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1 <DIV LANG="it" ALIGN="justify">
2
3 <H2>
4 Cos'è il software libero?
5 </H2>
6
7 <P>
8 Il concetto di software libero discende naturalmente da quello di
9 libertà di scambio di idee e di informazioni. Negli ambienti
10 scientifici, quest'ultimo principio è tenuto in alta considerazione
11 per la fecondità che ha dimostrato; ad esso infatti è generalmente
12 attribuita molta parte dell'eccezionale ed imprevedibile crescita del
13 sapere negli ultimi tre secoli.
14 </P>
15 <P>
16 La libertà di scambio di idee non è tuttavia una questione puramente
17 pratica: essa è anche alla base dei concetti di libertà di pensiero e
18 di espressione. Analogamente alle idee, il software è immateriale, e
19 può essere riprodotto e trasmesso facilmente. In modo simile a quanto
20 avviene per le idee, parte essenziale del processo che sostiene la
21 crescita e l'evoluzione del software è la sua libera diffusione. Ed
22 ogni giorno di più, come le idee, il software permea il tessuto
23 sociale e lo influenza, produce effetti etici, economici, politici e
24 in un senso più generale culturali.
25 </P>
26 <P>
27 Fu Richard M. Stallman, nei primi anni Ottanta, a formalizzare per la
28 prima volta il concetto di software libero. La <A TITLE="definizione
29 di software libero secondo FSF"
30 href="http://www.it.gnu.org/philosophy/free-sw.it.html">definizione</A>
31 di Stallman, che da subito assurse al ruolo di definizione per
32 eccellenza di software libero, assume la forma di quattro principi di
33 libertà:
34 </P>
35 <P>
36 <DL>
37 <DT>Libertà 0, o libertà fondamentale:
38 <DD>La libertà di eseguire il programma per qualunque scopo, senza
39 vincoli sul suo utilizzo.
40
41 <DT>Libertà 1:
42 <DD>La libertà di studiare il funzionamento del programma, e
43 di adattarlo alle proprie esigenze.
44
45 <DT>Libertà 2:
46 <DD>La libertà di redistribuire copie del programma.
47
48 <DT>Libertà 3:
49 <DD>La libertà di migliorare il programma, e di distribuirne
50 i miglioramenti.
51 </DL>
52 </P>
53 <P>
54 Il software distribuito con una licenza che rispetti questi principi è
55 detto <Q><EM>software libero</EM></Q> (in inglese <Q><EM>free
56 software</EM></Q>). Nel 1984 Richard M. Stallman <A TITLE="storia
57 del progetto GNU"
58 HREF="http://www.it.gnu.org/gnu/thegnuproject.it.html">diede vita al
59 progetto GNU</A>, con lo scopo di tradurre in pratica il concetto di
60 software libero, e creò la <Q>Free Software Foundation</Q> per
61 dare supporto logistico, legale ed economico al progetto GNU.
62 </P>
63
64 <H3><A NAME="licenze">
65 Licenze d'uso di un programma
66 </A></H3>
67
68 <P>
69 La <EM>licenza d'uso</EM> è un documento legale generalmente
70 distribuito assieme a ogni programma. Essa, appoggiandosi alle norme
71 sul diritto d'autore, specifica diritti e doveri di chi riceve tale
72 programma.
73 </P>
74 <P>
75 Gran parte delle licenze comunemente usate sono <EM>proprietarie</EM>,
76 cioè non libere, in quanto non garantiscono le quattro libertà. Quasi
77 sempre tali licenze non consentono infatti la libera copia del
78 programma, né la sua modifica. Spesso, se il programma è installato
79 sul computer di casa, la licenza impedisce persino di installarlo sul
80 proprio portatile (per utilizzare il programma fuori casa); se il
81 programma è utilizzato in uno studio professionale, non consente di
82 tenerlo installato su un computer di riserva, nel caso che quello
83 principale si guasti.
84 </P>
85 <P>
86 La licenza del progetto GNU, la <EM>Licenza Pubblica Generica GNU (<A
87 TITLE="traduzione della licenza GNU GPL"
88 HREF="http://softwarelibero.it/gnudoc/gpl.it.txt">GNU GPL</A>)</EM>,
89 al contrario, concede all'utente del programma tutte e quattro le
90 libertà suddette. Inoltre si occupa anche di proteggerle: chi
91 modifichi un programma protetto da GPL e lo distribuisca con tali
92 modifiche, deve distribuirlo sotto licenza GPL. È grazie a questo
93 tipo di protezione che la GPL è attualmente la licenza più usata per
94 il software libero.
95 </P>
96 <P>
97 Con un gioco di parole, il nome dato a questo tipo di protezione
98 è <EM>permesso d'autore</EM> (in inglese <A TITLE="definizione di
99 copyleft (inglese)" LANG="en"
100 HREF="http://www.it.gnu.org/copyleft/copyleft.html"><EM>copyleft</EM></A>):
101 è il criterio che prevede che le modifiche ad un programma possano
102 essere distribuite solo con la stessa licenza del programma originale.
103 Le licenze proprietarie usano le norme sul diritto d'autore (copyright
104 in inglese) per togliere libertà agli utenti di un programma; il
105 permesso d'autore usa le stesse norme per garantire quelle libertà e
106 per proteggerle.
107 </P>
108 <P>
109 La GNU GPL non è unica nel suo genere. Diverse <A TITLE="lista di
110 licenze libere e non"
111 HREF="http://www.it.gnu.org/licenses/license-list.it.html">altre
112 licenze</A> garantiscono le quattro libertà e si possono pertanto
113 qualificare come licenze per il software libero. Fra queste, merita
114 una speciale menzione per la sua diffusione la <A TITLE="la licenza
115 BSD (in inglese)" LANG="en"
116 HREF="http://www.freebsd.org/copyright/license.html">licenza BSD</A>,
117 la cui principale differenza dalla GPL è che, non essendo basata sul
118 permesso d'autore, non ha fra i propri obiettivi quello di proteggere
119 la libertà del software cui è applicata. Chi infatti modifichi un
120 programma protetto da BSD, può distribuirlo con le modifiche usando
121 qualunque licenza.
122 </P>
123 <P>
124 Sia BSD che GPL hanno pro e contro. La licenza GPL riflette l'idea
125 della cooperazione: se io concedo ad altri la libertà di modificare e
126 redistribuire il mio programma, costoro sono tenuti a concedere le
127 stesse libertà sulle loro modifiche. Il problema è che alcuni vedono
128 questo vincolo come un'imposizione ingenerosa, se non addirittura una
129 restrizione insopportabile. La licenza BSD riflette l'idea del dono
130 liberale: chiunque può fare ciò che meglio crede del mio programma.
131 Il problema è che questo significa che chiunque può redistribuire
132 anche in forma chiusa con una licenza proprietaria un programma BSD
133 modificato, impedendo così ai propri acquirenti di modificarlo e
134 redistribuirlo a loro volta.
135 </P>
136
137 <H3><A NAME="miti">
138 Sfatiamo alcuni miti
139 </A></H3>
140
141 <P>
142 <DL>
143
144 <DT>Il software libero è gratuito
145
146 <DD>È falso: la libertà del software non ha nulla a che vedere con
147 il suo prezzo. Benché gran parte del software libero più diffuso
148 sia distribuito gratuitamente, ci sono programmatori che vivono
149 della vendita e della manutenzione dei programmi liberi da loro
150 creati.
151
152 <DT>Il software gratuito è libero
153
154 <DD>È falso. Molti programmi proprietari vengono distribuiti
155 gratuitamente.
156
157 <DT>Il software libero è privo di copyright
158
159 <DD>È falso. Benché si possa rinunciare al copyright su un proprio
160 programma e renderlo così di pubblico dominio, la gran parte del
161 software libero è distribuito con una licenza. Per esempio, sono
162 licenze di copyright la licenza BSD e la GNU GPL, anche se per
163 qualificare quest'ultima spesso si parla di permesso d'autore
164 (copyleft).
165
166 <DT>L'introduzione del software libero nella scuola e nella pubblica
167 amministrazione, ma anche nei paesi poveri, ridurrebbe i costi
168 relativi al software
169
170 <DD>Potrebbe essere vero, ma una seria valutazione dei costi è molto
171 difficile. Qualunque tipo di software, se usato in ambito non
172 domestico, ha dei costi di manutenzione che sono solitamente
173 maggiori del suo prezzo di acquisto. I motivi per sostenere l'uso
174 del software libero, specie in ambiti pubblici, riguardano anzitutto
175 la libertà, non il prezzo.
176
177 <!-- Discorso inadatto ad un documento introduttivo
178 <DT>Chi scrive un programma libero lo deve pubblicare su Internet
179
180 <DD>È una falsa argomentazione spesso usata per scoraggiare
181 un'azienda dall'uso di una licenza libera per i suoi programmi.
182 Sia gli autori che gli acquirenti di un programma libero hanno il
183 diritto di distribuirlo a titolo oneroso o gratuito, ma non hanno
184 alcun obbligo in tal senso.
185 -->
186
187 </DL>
188 </P>
189
190 <H3><A NAME="oss">
191 Il movimento open source
192 </A></H3>
193
194 <P>
195 Nel 1998 Bruce Perens, Eric Raymond e altre personalità nel campo del
196 software libero si convinsero che i principi di libertà associati ad
197 esso fossero malvisti nel mondo degli affari, a causa della loro
198 carica ideologica. Decisero perciò di evitare accuratamente ogni
199 riferimento a considerazioni politiche o di principio, e di lanciare
200 una campagna di promozione del software libero che ne mettesse in luce
201 i numerosi <A TITLE="un discorso di Robert Chassell di FSF"
202 HREF="http://softwarelibero.it/altri/economia-sl.shtml">vantaggi
203 pratici</A>, come la facilità di adattamento, l'affidabilità, la
204 sicurezza, la conformità agli standard, l'indipendenza dai singoli
205 fornitori. A tal fine scrissero la <Q><A TITLE="la definizione di
206 Open Source (in inglese)" LANG="en"
207 HREF="http://www.opensource.org/docs/definition.html">Open Source
208 Definition</A></Q>, il documento fondamentale del movimento <A
209 TITLE="il sito di Open Source Initiative (OSI), in inglese" LANG="en"
210 HREF="http://opensource.org/"><EM>open source</EM></A>.
211 </P>
212 <P>
213 Il movimento open source fu un successo, e contribuì a sdoganare il
214 concetto di software libero in campo aziendale, dove era guardato con
215 sospetto o condiscendenza. Un esempio di questo successo è
216 l'atteggiamento dell'IBM, l'azienda che ha fatto di gran lunga i
217 maggiori investimenti nel campo del software libero, la quale parla
218 esclusivamente di open source, mai di software libero.
219 </P>
220 <P>
221 La voluta neutralità del movimento open source verso gli aspetti
222 etici e politici del software libero è la caratteristica sostanziale
223 che lo distingue dalla filosofia del software libero, che al contrario
224 pone l'accento sulle motivazioni ideali. Parlare di software libero
225 piuttosto che di open source è una questione politica piuttosto che
226 pratica; i due movimenti concordano infatti sulle licenze considerate
227 accettabili, ed hanno obiettivi e mezzi comuni.
228 </P>
229
230 <H3><A NAME="impatto">
231 Impatto pratico del software libero
232 </A></H3>
233
234 <P>
235 La <A TITLE="usi commerciali del software libero, di Alessandro
236 Rubini"
237 HREF="http://www.it.gnu.org/philosophy/software-libre-commercial-viability.it.html">rilevanza
238 economica</A> del software libero è ancora molto ridotta, ma è in
239 fortissima crescita ormai da alcuni anni, e tutto consente di supporre
240 che tale crescita <A TITLE="prospettive del software libero, gruppo di
241 studio dell'UE"
242 HREF="http://eu.conecta.it/paper/Economics_open_source.html">continui
243 nel prossimo futuro</A>, anche grazie ai <A TITLE="vantaggi del
244 software libero, gruppo di studio UE"
245 HREF="http://eu.conecta.it/paper/Advantages_open_source_soft.html">vantaggi
246 tecnici ed economici</A> del software libero.
247 </P>
248 <P>
249 Ad oggi, il software libero è ampiamente diffuso in ambito accademico,
250 industriale e fra gli appassionati di calcolatori, soprattutto grazie
251 ai sistemi GNU/Linux. Questi sistemi liberi sono disponibili a costi
252 molto bassi, ben inferiori a quelli di analoghi sistemi proprietari.
253 Tuttavia, a causa delle loro caratteristiche, il loro uso richiede una
254 buona cultura di base nel campo del software.
255 </P>
256 <P>
257 In ambito accademico viene molto apprezzata la possibilità di
258 personalizzare ogni parte del sistema, visto che i programmi liberi
259 sono liberamente modificabili (libertà numero uno). In ambito
260 industriale, si apprezza l'affidabilità dei sistemi liberi, dovuta al
261 fatto che quando un utente corregge un errore in un programma
262 solitamente rende disponibile la correzione agli altri utenti (libertà
263 numero tre). Gli appassionati di calcolatori apprezzano lo spirito di
264 condivisione esistente fra gli utenti di software libero.
265 </P>
266 <P>
267 Ma le implicazioni dell'uso del software libero non sono soltanto
268 tecniche ed economiche, perché il software da tempo ormai è avviato ad
269 occupare un ruolo di primo piano nella nostra vita quotidiana, ed è
270 destinato a cambiare in maniera profonda la società.
271 </P>
272 <P>
273 È per queste ragioni che la nostra libertà futura dipenderà anche
274 dalla capacità di ognuno di noi di controllare il software. È per
275 queste ragioni che ai tradizionali principi di libertà sessuale, di
276 culto, di movimento, di espressione deve essere affiancata la libertà
277 del software. È per queste ragioni che la nostra libertà futura
278 dipenderà anche dall'uso di software libero.
279 </P>
280
281 <P>
282 <EM>scritto da <A TITLE="pot@softwarelibero.it"
283 HREF="mailto:pot@softwarelibero.it">Francesco Potortì</A> per l'<A
284 TITLE="il sito dell'Associazione Software Libero"
285 HREF="http://softwarelibero.it/">Associazione Software
286 Libero</A></EM>
287 </P>
288 <HR NOSHADE>
289 <P>
290 Copyright &copy; 2002 Francesco Potortì
291 <BR>
292 Ultima versione ipertestuale disponibile su <A TITLE="versione
293 stampabile"
294 HREF="http://softwarelibero.it/documentazione/softwarelibero.html">&lt;http://softwarelibero.it/documentazione/softwarelibero.html></A>
295 </P>
296 <P>
297 La copia letterale e integrale e la distribuzione sono permesse con
298 qualsiasi mezzo, a condizione che questa nota sia riprodotta.
299 </P>
300
301 <!--
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